Umberto Berti

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Umberto Berti

Pianoforte

Diplomato in Pianoforte presso il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia sotto la guida di Laura Candiago Ferrari, ha frequentato vari corsi di perfezionamento pianistico, tra cui quelli con Vincenzo Pertile e Konstantin Bogino, ed ha svolto attività concertistica solistica e cameristica. In seguito ha conseguito una Laurea quadriennale in Scienze dell’Educazione a curriculum musicologico presso l’Università di Trieste e una Laurea specialistica quinquennale in Lettere – corso di Musicologia e Conservazione dei Beni Musicali – presso l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, con relatori finali quali il prof. Quirino Principe e il prof. Giovanni Morelli, conseguendo in entrambi i casi la massima valutazione e la lode. Condivide con più illustri colleghi la “serena disperazione” derivante dall’insegnamento nella scuola statale italiana per la quale ha anche svolto il ruolo di commissario nei concorsi a cattedre ordinari e straordinari, fino a che tale pratica di selezione culturale è stata prassi nel nostro Paese. Titolare di cattedra di Pianoforte presso la Fondazione Musicale S. Cecilia di Portogruaro, fin dai suoi inizi è stato ed è tuttora cooperatore dell’ “Estate Musicale” portogruarese, nell’ambito della quale è attualmente responsabile della programmazione e della redazione musicologica. Ha collaborato con numerosi enti ed istituzioni di carattere culturale e musicale con incarichi di pianificazione concertistica, di divulgazione, pubblicizzazione e di presentazione di produzioni musicali, e in qualità di redattore di testi nel medesimo settore, dalle note di sala (per oltre 600 concerti) alla catalogazione di beni musicali e corpus compositivi. Si occupa soprattutto di studi nell’ambito cameristico, pianistico e liederistico e svolge attività di convegnista e relatore in seminari e meeting nel settore musicologico, anche in sedi prestigiose quale il Teatro dell’Ermitage o per enti di rilievo quale il Mittelfest. É ideatore di format cross-over nell’ottica di una coniugazione ad ampio spettro del messaggio sonoro con ogni tipologia di linguaggio o di codice. In questo ambito ha ideato – tra l’altro – la rassegna musicale friulana EnoArmonie. Ha un’esperienza venticinquennale nel campo della redazione giornalistica attraverso contributi a numerose testate, tra cui i quotidiani del Gruppo Monti e Il Gazzettino.. Ha pubblicato articoli e studi riguardanti la musica sacra del Novecento e contemporanea, nonché in funzione della riscoperta e rivalutazione di compositori e di scritti musicologici; in questo ambito ha recentemente operato a Venezia, Firenze, Stoccarda e Pietroburgo nella valorizzazione della figura e delle musiche della compositrice, musicologa ed etnomusicologa Ella Adaïewsky. Tra le varie curatele risultano gli Atti dei convegni cividalesi dedicati allo studio di questa interessantissima compositrice (Il Cerchio, Udine 2011). È anche curatore e coautore del volume “Antonio Freschi: Atti del Convegno – Cordovado 2009” (Il Cerchio, Udine 2012). Suoi interventi sono contenuti nel volume Viaggio a Resia – Il manoscritto di Ella Adaïewsky del 1883 e la nascita dell’etnomusicologia in Europa a cura di Febo Guizzi, in fase di pubblicazione presso la casa editrice L.I.M., Lucca. É autore, insieme a Domenico Mason, del libro “L’Assoluto Microcosmo” dedicato alla Liederistica e in particolare alla produzione brahmsiana nel settore, pubblicato nel 2007 dall’Editore Zecchini di Varese. Redattore di booklet per diverse case discografiche tra le quali Bottega Discantica, Dynamic, Fregoli Music, ecc, ha collaborato o collabora con varie riviste culturali e musicali, tra cui Amadeus e 2000 ed è più volte intervenuto su vari argomenti nel programma radiofonico Radio3Suite. Relatore in numerosi convegni di carattere musicologico in collaborazione e compartecipazione con Quirino Principe, Sandro Cappelletto, Guido Zaccagnini, che ringrazia per l’insostituibile insegnamento ricevuto, si impegna particolarmente nella diffusione della cultura musicale in questo Paese nel quale una grande tradizione si trova a convivere con il desolante grigiore del presente.

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